Santu Lussurgiu è un comune di 2.664 abitanti della provincia di Oristano.
Santu Lussurgiu è un paese ricco di storia, di vicende e di personaggi illustri. Il nome del paese rivela un'antica devozione per il martire cristiano San Lussorio che, secondo la leggenda, era solito raggiungere la località per predicare la Parola di Cristo e battezzare i pagani. Lussorio (da Lux Oriens, luce che sorge, trasformatosi poi in Lusciori, Rossore, Lussurgiu), come ci documenta l'epistolario di S. Gregorio Magno, fu nel V secolo guardia del corpo del governatore Delfio al tempo di Diocleziano.
A Cagliari divenne cristiano e una volta scoperto come tale, fu chiuso in carcere e successivamente martirizzato nell'attuale Fordongianus (Forum Traiani).
Prima del 1000 il culto di San Lussorio era molto diffuso in particolare nella Sardegna centrale e il suo nome fu dato a molte località campestri.
Secondo la tesi di alcuni storici, intorno al 1000 alle falde del Montiferru, grazie alla presenza di acqua delle sorgenti perenni, si formò un villaggio circostante la chiesa dedicata appunto a S. Lussorio, oggi detta di Santa Croce, il cui altare, fu consacrato nel 1185 dal vescovo di Bosa.
Oggi San Lussorio è venerato in tutta la Sardegna oltre che a Pavia, Firenze e Pisa dove si conservano le sue reliquie. Via via nel corso dei secoli, personaggi illustri della chiesa, della politica, ma anche lussurgesi dotti e facoltosi hanno dato lustro al paese.
Santu Lussurgiu, in epoca Giudicale, pare non abbia svolto un ruolo significativo nella vita politica e sociale nell'ambito del Giudicato di Torres (900 c. -

1259/72) prima, e di Arborea (900 c. -1420) successivamente.
Ma già a partire dal 1478 il paese fu animato dall'arrivo dei Frati Minori Osservanti e soprattutto dalla figura prestigiosa di San Bernardino da Feltre, per volontà dei quali vennero edificati il convento e la chiesa di Santa Maria degli Angeli.
Ma è principalmente con i con i moti antifeudali (1796-1803) guidati da Giovanni Maria Angioy di Bono, che Santu Lussurgiu fu uno dei paesi che si segnalò nel Regno Sardo Piemontese.
Documenti che risalgono a quel periodo, infatti, descrivono Santu Lussurgiu come un fiorente paese del regno, sia dal punto di vista economico che sociale: vi era un gran numero di sacerdoti e di famiglie nobili (Obino, Massidda, Porcu, Meloni-Cherchi), qualche avvocato ed agiate e colte persone, famiglie nobili di altri paesi (la feudataria Donna Maddalena Manca e la nuora Donna Anna Amat di San Filippo, donna Maria Imbenia Borro marchesa della Planargia), che in dimore di loro proprietà erano soliti trascorre a Santu Lussurgiu il periodo estivo per la nota salubrità dell'aria e l'amenità del luogo.
La presenza di letterati e uomini di cultura diffusero anche a Santu Lussurgiu gli ideali francesi di libertà e di uguaglianza, che circolavano ormai in tutta l'Isola, vessata ed oppressa dai feudatari locali. La piccola nobiltà ed il clero (i vassalli), alimentati dagli ideali libertari e mal sopportando le ingiuste e arbitrarie vessazioni cui erano sottoposti, risposero alle prepotenze dei baroni spingendo il popolo alla ribellione.
Nei due secoli che ci precedono, l'economia lussurgese fu fortemente influenzata dalla presenza di numerosi torrenti rendendo possibile il sorgere di attività agroindustriali che caratterizzarono il paese: qui sorsero mulini e gualchiere, azionati dalla forza motrice dell'acqua. I rigogliosi pascoli resero possibile oltre che l'allevamento degli ovini, anche quello dei bovini, rappresentando tra ottocento e novecento, l'attività principale del paese.
La razza bovina sardo-modicana era quella che più di ogni altra rispondeva alle esigenze dei lussurgesi, assicurando, oltre a una buona produzione di latte, di formaggi e di carne, un ottimo strumento di lavoro nei campi. L'artigianato è stata una voce molto importante nella vita economica e sociale di Santu Lussurgiu. Gli artigiani, infatti, hanno svolto un'attività di supporto a quella agro-pastorale, fornendo una grande varietà di prodotti e utensili che consentivano lo svolgimento delle attività domestiche e campestri.
La concorrenza dei manufatti industriali, diede un brutto colpo alle attività agroindustriali di Santu Lussurgiu determinando la scomparsa di quelle attività che maggiormente caratterizzarono il nostro paese. Cessò l'opera dei mulini e delle gualchiere, mentre nei campi l'opera dei buoi venne sostituita dai trattori, ed il cavallo perdeva la sua importanza come mezzo di locomozione.